II Itinerario: Una passeggiata per la Napoli "Bene"

Partite da Piazza Municipio, dove per il momento c’è molto caos per i lavori della nuova linea metropolitana... davanti a voi vedrete però subito uno dei 5 castelli di Napoli: il Maschio Angioino* (orario: 9:00-19:00 dal lunedì al sabato).  Imponente e austero, consiglio di visitarlo solo se si ha molto tempo a disposizione. Al suo interno troverete la “Sala dei Baroni” (dove nel 1486 con un inganno furono arrestati tutti i Baroni che avevano preso parte alla congiura contro Ferrante I d’Aragona), le Prigioni e il Museo.

 

Proseguite per via Vittorio Emanuele III e in pochi minuti troverete alla vostra sinistra il teatro più antico d’Europa, e sicuramente uno dei più importanti d’europa: il teatro  San Carlo**.  Inaugurato il 4 novembre 1737 il teatro, progettato dagli architetti Giovanni Antonio Medrano e Angelo Carasale, comprende un’ampia sala con 18 palchi disposti su sei ordini ed un palco reale, per un totale di 1379 posti.   Il Teatro, distrutto da un incendio nel 1816, viene ricostruito dal Niccolini che conserva l’originario impianto a ferro di cavallo del Medrano. Probabilmente sarà chiuso, vi consiglio però di chiamare al 081.7972331 per informarvi sulle visite guidate.

Davanti al teatro si apre l’ingresso della Galleria Umberto I, copia della Galleria Vittoria Emanuele di Milano, anche se meno vissuta e frequentata. Attraversate la Galleria e sbucate a Via Santa Brigida, dove potrete entrare nell’omonima chiesa.  La Chiesa di Santa Brigida* risale al 1609 quando Giovanni Antonio Bianco, decise di aprire nella sua abitazione una cappella dedicata a Santa Brigida; a fianco vi realizzò anche un conservatorio per vedove. All’interno notevole il ciclo di dipinti di Luca Giordano, che fu sepolto nella chiesa. Notevole è anche la cappella della Madonna Addolorata, dove vi è la statua ritenuta miracolosa; addobbata il primo giugno ed il quindici di settembre di ogni anno.

Proseguite qualche passo e uscite su via Toledo,  detta anche Via Roma e una delle più antiche arterie della città. Percorretene l’ultimo tratto per respirarne l’aria caotica e fastellata di negozi  di tutti i tipi, dal negozietto di vestiti a 10€, alle più globalizzate catene commerciali (Zara, H&M, Intimissimi..).

La strada termina in Piazza Trieste e Trento dove potrete fermarvi  per una meritata pausa caffè, in uno dei due migliori bar di Napoli: da un lato il popolare “Caffè del Professore”, dall’altro il prestigioso  “Caffè Gabrinus”.

  

Impermeati dell’ntenso aroma di caffè,  affacciatevi qualche metro metro più avanti nella piazza più fotografata della città: Piazza del Plebiscito***.  Ariosa, imponente e reale, la piazza prende il nome attuale dal plebiscito che si tenne nell'ottobre 1860, con cui Napoli e l'intera Italia meridionale (fino allora Regno delle Due Sicilie, sotto la dinastia dei Borboni) ratificarono la propria annessione al Regno piemontese dei Savoia, che divenne ufficialmente Regno d'Italia nel marzo 1861. Quattro autorevoli edifici la osservano da tempo immemore: si fronteggiano il Palazzo Reale e la Chiesa di San Francesco sull’asse principale; il Palazzo della Prefettura e il settecentesco Palazzo Salerno sull’asse trasversale. Al suo centro si ergono le Statue equestri di Carlo III di Borbone, opera del Canova, e di Ferdinando I, opera del Calì.

Il Palazzo Reale** (orario 9-20) fu innalzato a partire dal 1600 per una delle capitali più grandi e popolose dell'impero spagnolo. Il palazzo, abitato prima dai viceré spagnoli, dagli austriaci, dai Borbone ed infine dai Savoia, è stato centro e immagine del potere, nonché snodo delle vicende storiche di Napoli e del Mezzogiorno per quasi quattro secoli. Al suo esterno, nel’imponente facciata si susseguono le statue dei re di Napoli, partendo da sinistra rispetto alla facciata del palazzo, è: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso V d’Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Spagna, Gioacchino Murat ed infine Vittorio Emanuele II. Moltissime sono le Sale visitabili, ricche di pitture, affreschi, statue, arazzi e mobili d'epoca, ma una menzione particolare merita il Teatrino di Corte***, una vera bomboniera barocca.

 

Dall’altra parte della Piazza si erge sotto un imponente colonnato la Basilica di San Francesco di Paola*, una delle poche chiese realizzate a pianta rotonda. La sua storia è molto curiosa: è il compimento di una profezia fatta da San Francesco di Paola mentre era ancora in vita. Il santo calabrese quando era ospite del convento di San Giovanni a Lampades che occupava gran parte dello spazio dove oggi si trova la basilica, avrebbe preannunciato a Ferrante d'Aragona, con ben quattro secoli di anticipo, che in quel posto un giorno sarebbe stata edificata una chiesa e che quello spiazzo, sul quale si affacciavano molti conventi e monasteri, sarebbe diventato il più ampio e importante della città (P.zza del Plebiscito).

 

Tornando verso il Gambrinus, imboccate la via più “in” di Napoli: via Chiaia, che dà il nome all’omonimo quartiere. Nonostante sia la via di passeggio della Napoli “bene”, non dimenticatevi però che alle sue spalle si nascondo i famosi “quartieri spagnoli”, vicoli stretti e angusti dove è meglio non addentrarsi!

Verso la fine di Via Chiaia potrete trovare uno dei negozi di borse e pelletteria più belli di Napoli: Tramontano..non è proprio economicissimo, ma magari con i saldi diventa più accessibile! ...E visto che le borse vanno acquistate con le scarpe..accanto c’è un altro negozio molto conosciuto dalle “chiattille” napoletane: De Liberti.

Dopo pochi passi siete a Piazza Dei Martiri, dove i napoletani solitamente si riuniscono il sabato prima di pranzo per l’aperitivo alla Caffettiera.

Se girate all'edicola, vi addentrerete per gli animati "baretti", pieni di vita il sabato sera, io vi consiglio però di proseguire e scendere fino a Piazza Vittoria, percorrendo la minuscola via Calabritto, rinomata strada di griffe alla moda. Da Piazza Vittoria, a seconda dell’orario, potrete fare una passeggiate in Villa Comunale*, oppure camminare nel meraviglioso lungomare di via Partenepe, per respirare a pieno lo spettacolare golfo.

Per mangiare, vi consiglio di fermarvi alla Bersagliera, storico ristorante napoletano, dove, dicendo che siete amici nostri, avrete sicuramente un trattamento di favore.

Dopo un lauto pasto, un’ultima ma irrunciabile meta: Castel dell’Ovo*** (e la sua terrazza panoramica!) . Da sempre il simbolo di Napoli, sorge sull’antico isolotto di Megaride.Una delle più fantasiose leggende napoletane farebbe risalire il suo nome all'uovo che Virgilio avrebbe nascosto all'interno di una gabbia nei sotterranei del castello. Il luogo ove era conservato l'uovo, fu chiuso da pesanti serrature e tenuto segreto poiché da " quell'ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino"  Da quel momento il destino del Castello, unitamente a quello dell'intera città di Napoli, è stato legato a quello dell'uovo. Le cronache riportano che, al tempo della regina Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo dell'arcone che unisce i due scogli sul quale esso è costruito e la Regina fu costretta a dichiarare solennemente di aver provveduto a sostituire l'uovo per evitare che in città si diffondesse il panico per timore di nuove e più gravi sciagure.

Sotto il castello si estende il borgo Marinari, meta turistica ricca di bar e ristorantini, fateci un giro!

Se avete la macchina, fate poi un salto al Parco Virgiliano*** (Posillipo) per ammirare il tramonto dall'altro lato della baia, a strapiombo sul mare...