I Itinerario: La Napoli "Verace", un giorno da non perdere!
Il primo giorno lo potrete sicuramente trascorrere nel fantastico centro storico di Napoli, che racchiude ben 27 secoli di storia ed è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
« Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa. »
Munitevi di scarpe comode e iniziate la vostra esperienza all’interno della “Napoli vera”, quella frastagliata in vicoli e “vicarielli”, circondata da “panni stesi” e abitazioni al pian terreno (“i bassi”), impermeata di storia e antichi profumi.
Ecco l’itinerario proposto (2 mezze giornate):
1° MEZZA GIORNATA (3 h.)
Partite da via San Sebastiano, divenuta famosa grazie ai suoi numerosi negozi di strumenti musicali. Tant'è vero che popolarmente viene chiamata anche "via degli strumenti". Una volta arrivati all’angolo con via Benedetto Croce, girate a destra in Piazza del Gesù Nuovo, dove sorge l’omonima chiesa. La piazza, fulcro di alcuni dei più importanti monumenti di Napoli, ruota attorno al monumentale obelisco dell'Immacolata, maestosa guglia di marmo bianco e bardiglio posta al centro dello spiazzale.
La Chiesa del Gesù Nuovo**(Orari: 6.30-13.00/16.00- 20.00) fu edificata tra 1584 ed il 1601 sull’antico Palazzo Sanseverino originariamente di proprietà della famiglia Sanseverino, poi del fisco e successivamente acquistato di Gesuiti che lo riadattarono trasformandolo in una chiesa consacrata il 7 ottobre 1601.
La facciate esterna della chiesa non è altro che la facciata esterna del Palazzo Sanseverino, costituita da pietre di piperno a forma piramidale con la base rivolta verso il muro e punta verso l’esterno.
A queste pietre è legata anche una leggenda secondo cui la loro realizzazione fu commissionata a dei maestri pipernieri in grado di caricare queste pietre di energia positiva, che serviva a tenere lontano quella negativa. Ma chi fu incaricato di porre queste pietre sulla facciata esterna del palazzo commise un grave errore non posizionandole correttamente e provocando l’effetto opposto, ossia tutta l’energia positiva dell’interno fuorisciva verso l’esterno. Questo, secondo la leggenda, spiega le sventure si sono abbattute sul palazzo nel corso dei secoli.
L’interno** della chiesa è bellisimo e presenta delle decorazioni in marmo realizzate da Fanzago nel 1630 e numerosi affreschi di Francesco Solimena. Uno delle tre cappelle situate nella navata sinistra è dedicata a San Giuseppe Moscati, famoso medico divenuto santo nel 1987.
Riprendendo via Benedetto Croce dal lato in cui siete arrivati, vi troverete immediatamente davanti l’ingresso del complesso Monumentale di Santa Chiara(chiesa + chiostro). Non potete perdervi l’ingresso nella maestosa chiesa, opposta in stile e rigore rispetto a quella appena visitata in piazza del Gesù.
La Chiesadi Santa Chiara*(Orari 7.30-13.00/16.30- 20.00) è la più grande basilica gotica di Napoli e fu edificata tra il 1310 e il 1340 per volere di Roberto d'Angiò e della regina Sancia. Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento degli Alleati del 4 agosto 1943 provocò un incendio durato quasi due giorni e distrusse l'interno della chiesa quasi interamente, nel 19 è stata riportata all'aspetto iniziale con un restauro conclusosi nel 1953.L’interno, semplice come richiesto nei luoghi di culto francescani, presenta un’unica navata, ai lati della quale ci sono delle cappelle illuminate da bifore e trifore al di sopra delle quali corre una tribuna continua e priva sul fondo del presbiterio (in corrispondenza del quale si trova il coro delle clarisse)
Celebre è poi il grandioso Chiostro maiolicato***delle Clarisse(Orari: feriali 9.30-17.30/ festivi 10-14.30): originariamente di matrice gotica, questo fu trasformato nel 1742 da Domenico Antonio Vaccaro che ne rivestì la struttura e i ben 72 pilastri ottagonali di stupende mattonelle policrome in gusto rococò, disegnate dallo stesso Vaccaro e realizzate dai "riggiolari" napoletani Donato e Giuseppe Massa.
Saziati gli occhi con le bellezze storiche, potrete subito accontentare anche il palato con le delizie di Gay Odin*** (via Benedetto Crove 61)... irrinunciabile la cioccolata foresta e le “ghiande”, provare per credere!!
Se poi volete assaporare un caffè..il Bar Nilo è quello che ci vuole..anche qui c’è qualcosa da ossequiare, un “santo” d’eccezione, con tanto di reliquia!
Proseguite poi per via Croce, passando per piazzetta Nilo, girate alla prima a sinistra e poi alla prima a destra ... questo girotondo per vicoli stretti e angusti, sarà pienamente ricompensato dalla visita alla Cappella San Severo** (e vi eserciterete per arrivare alla chiesa del matrimonio, proprio lì d fronte) (Orari: 10.00-17.40, domenica 13.10) . Una leggenda vuole che un uomo, ingiustamente arrestato, veniva tradotto verso il carcere quando, transitando lungo il muro della proprietà dei Sansevero si votò alla Santa Vergine. Improvvisamente parte del muro crollò rivelando un dipinto (quello posto nella cappella in cima all'altare maggiore) proprio della Vergine invocata, una "Pietà" che darà poi il nome alla chiesa che, come pochi sanno, è intitolata a "Santa Maria della Pietà". L’uomo venne così scarcerato e fece restaurare la Pietà disponendo che al suo cospetto ardesse per sempre una lampada in argento. Nel 1593 su quella minuscola immagine, cominciò a nascere una cappella che la preservasse dalle intemperie. Oggi al centro della navata, si trova la spettacolare opera del Cristo Velato ***: si tratta di un Cristo, sdraiato su un materasso, con il capo sorretto da due cuscini, il cui corpo è ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle forme del viso ed al corpo stesso tanto che sono visibili le ferite del martirio. Al lato si trovano gli strumenti del supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi uno dei quali "pizzica" il tessuto con straordinaria plasticità. Leggenda vorrebbe, ma qualche studioso è sicuro di averne trovato la prova, che il Sammartino si sia limitato a scolpire il corpo del Cristo su cui poi, con procedimento alchemico solo a lui noto, Raimondo di Sangro avrebbe disteso un telo tessuto, trattato con procedimento chimico e "marmorizzato". Secondo un'altra leggenda, il Principe avrebbe magicamente consentito all'autore di scolpire il corpo "sotto" il marmo del velo. Qualunque sia la verità, l'opera è così splendida che Antonio Canova, che tentò di acquistarla, dichiarò che volentieri avrebbe ceduto addirittura il suo nome pur di esserne l'autore.
Una volta terminata al visita, uscite dal vicoletto dalla parte opposta e girate a sinistra su via Nilo, sbucando su via dei Tribunali. Potete subito fermarvi da Sorbillo per mangiare la pizza più buona di Napoli… come testimonia la fila lunghissima! (se l’attesa vi scoraggia, una pizza molto buona è anche quella di Di Matteo poco più avanti).
2° MEZZA GIORNATA (3 h. e 1/2)
Se avete ancora voglia potete continuare il giro con la visita di Napoli Sotterranea** (visita dura ca. 2h. dalle 10-18 con partenze ogni ora). A quaranta metri di profondità sotto le vocianti e caratteristiche vie del centro storico di Napoli, si trova un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città: un vasto e suggestivo intrigo di caverne, cisterne, cunicoli e pozzi che vanno a costituire una città sotto la città!
E’ il grembo di Napoli, da cui essa stessa è nata. Visitarlo significa compiere un viaggio nel tempo lungo duemila e quattrocento anni.
Terminata la visita, alle vostre spalle si taglia la chiesa di San Paolo, vale la pena fare la scalinata per ammirare la prospettiva così particolare dei vicoli della città dall’ampia terrazza che coniuga perfetamente scro e profano. Scesi dalla scala non vi resta che visitare quello che avete appena ammirato: La Basilica di San Lorenzo e la famosissima Via San Gregorio Armeno.
La Basilica di San Lorenzo Maggiore** è una delle più antiche chiese di Napoli. Si trova nel centro antico della città, presso piazza San Gaetano, ovvero nella zona in cui sorgeva l'agorà greca. Preziosa testimonianza della vita artistica e culturale della Napoli del Trecento (qui il Boccaccio conobbe la donna cantata col nome di Fiammetta, e nel convento soggiornò il Petrarca), è anche uno straordinario esempio di stratificazione architettonica. Sorse nel 1270 per volontà di Carlo d’Angiò sull’area di una chiesa paleocristiana del VI secolo e del precedente macellum d’epoca romana ed è uno straordinario esempio dello stile gotico francese a Napoli. Rinnovata in forme barocche nel XVII e XVIII secolo, i restauri novecenteschi ne hanno restituito le originarie forme gotiche. La pianta è a croce latina a navata unica, con copertura a capriate lignee, scandita da colonne di sostegno di archi a sesto acuto e cappelle laterali. Di rilievo è l’abside poligonale con volte a crociera e cappelle radiali illuminate da alte finestre bifore e trifore.
Proseguite poi per Via San Gregorio Armeno***, nota in tutto il mondo come "la via dei pastori". Difficile descrivere a parole o con immagini la moltitudine di botteghe, negozietti e bancarelle coloratissime che affollano Via San Gregorio Armeno: si è subito sopraffatti dalla quantità e dalla varietà dell’offerta. Qui si può trovare di tutto per il presepe: dalle casette di sughero o di cartone in varie dimensioni, agli oggetti “meccanici” azionati dall’energia elettrica e non solo… non meravigliatevi se scorgete Obama e Berlusconi in miniatura !
Passeggiando per la stradina, non potrete non fermarvi nella chiesa di San Greogorio***, detta anche Chiesa di San Biagio o anche chiesa di Santa Patrizia (non chiedetemi il perché!!). L’esterno buio e un po’ inquietante si contrappone ad fortissimo sfarzo barocco, che la rendono unica nel sulla sua ricchezza!
Alla fine della strada si interseca Spaccanapoli (via San Biagio dei Librai), alla fine della quale si arriva in via Duomo.
All’altezza del civico XX si trova il famoso Duomo di Napoli. Duomo di Santa Maria Assunta edificato sul luogo ove anticamente sorgevano i due templi dedicati ad Apollo e a Nettuno. Già nel IV secolo sorgeva la Basilica di Santa Restituta, poi, nel 570, fu edificata una chiesa dedicata al Salvatore, detta anche Stefania, dal nome del vescovo Stefano, che la volle. Fu il re Carlo I d’Angiò a volere la costruzione della nuova chiesa, la quale fu fatta erigere dal figlio Carlo II, e inaugurata nel 1315. Distrutta da un terremoto nel 1456, la chiesa fu riedificata da re Alfonso I d’Aragona. Numerosi furono, nel corso dei secoli, i rimaneggiamenti.
La facciata, più volta restaurata, fu completamente rifatta da Enrico Alvino nel 1887. La terza cappella a destra è detta del Tesoro di San Gennaro: durante l’epidemia di peste del 1526, il popolo fece solenne voto di erigere una cappella in onore del santo patrono; ma la costruzione poté iniziare solo nel 1608. Nella cappella sono custodite le ampolle che contengono il miracoloso sangue del patrono di Napoli. Ai lati del presbiterio vi è il Succorpo di San Gennaro, o Cappella Carafa, opera di Tommaso Malvito e vanto dell’arte rinascimentale napoletana.
La cappella di Santa Restituta, poi, rappresenta la più antica basilica napoletana: leggenda vuole che essa fosse edificata per volontà dell'imperatore Costantino.